Celebriamo oggi il 77° anniversario della nascita della Repubblica.
Il 2 giugno del 1946 si svolgeva lo storico referendum che avrebbe deciso che l’Italia, dopo le tragedie rappresentate dal fascismo e dalla guerra, diventasse una Repubblica. Un anno e mezzo dopo l’Assemblea Costituente approvava la Costituzione e con essa si apriva una lunga stagione democratica che, pur se attraverso numerose vicissitudini, ha garantito la crescita e lo sviluppo del Paese. Ma tanti sono i compiti che l’Italia deve ancora affrontare per tenere fede allo spirito dei padri costituenti che la Repubblica ci hanno tramandato. Prima di tutto occorre affrontare il nodo delle disuguaglianze e delle povertà, poiché l’eguaglianza sostanziale e la coesione economico-sociale sono principi scolpiti nella Costituzione, per troppo tempo rimasti solo parzialmente attuati. Ricorrono anche 75 anni dall’entrata in vigore della Costituzione, riferimento sicuro, Carta fondamentale che garantisce la libertà e definisce diritti e doveri nella nostra comunità.
La centralità della persona, il riconoscimento della sua integrità e inviolabilità, il primato dell’uguaglianza tra gli esseri umani, la dignità, la libertà, la solidarietà, i diritti e i doveri caratterizzano la struttura democratica del nuovo Stato nato dalla Liberazione. Sono valori che appartengono a tutti i cittadini. Sono nostri, e vivono nella società nel passaggio tra generazioni nella partecipazione attiva alla vita civile. I giovani devono partecipare alle trasformazioni in atto nel Paese e non subirne gli effetti. Lavorare in un Paese diverso dal proprio deve essere una scelta e un’occasione per accrescere la propria formazione. Non può essere una fuga necessaria. I giovani chiedono di essere ascoltati.
È la nostra declinazione di un diritto alla felicità. Quanto alle donne vi sono dinamiche vecchie e nuove che influiscono nelle scelte di vita. Sono ancora presenti gli ostacoli da rimuovere per permettere loro una piena realizzazione nella dimensione lavorativa e nel vissuto privato. Quando il diritto di un singolo viene negato è tutta la comunità a risentirne. Fino a quando esisterà un solo ambito precluso di fatto a una donna il principio di uguaglianza sarà tradito.
La Repubblica deve rendere effettivo il diritto al lavoro, richiedere l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà, realizzare la pari dignità sociale come esplicitamente richiesto dalla Costituzione. Se questo non si realizza le Istituzioni falliscono e i cittadini non sentendosi tutelati se ne allontanano, mettendo a rischio lo stesso funzionamento della democrazia. E per questo rischiamo passi indietro non marginali. Sicurezza e solidarietà devono camminare di pari passo; sono le due gambe di uno stesso organismo, e debbono camminare sul sentiero del riconoscimento della pari dignità umana.
Celebrare la nascita della Repubblica non può ridursi all’organizzare festeggiamenti, ma impone di accertare che il cammino degli italiani si svolga lungo i percorsi del progresso economico e sociale delineato dalla Carta fondamentale.
Questo deve essere il cammino di tutti, a prescindere dalle posizioni politiche di ciascuno. Questa è la Repubblica di cui celebrare la nascita. Quella della solidarietà e dei diritti, della tolleranza, della sicurezza. Non uno stanco rituale, ma l’essenza stessa del nostro essere siciliani e italiani.
2 Giugno, 2023
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Circolare n. 201 del 01/06/2023 – Oggetto: Concerto della Rete delle Scuole ad indirizzo Musicale Ambito 21 al Teatro Biondo. Uscita anticipata alunni Classe 3 B
1 Giugno, 2023
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Circolare n. 200 del 01/06/2023 – Oggetto: PNF Ambito 21 annualità 2022-2023 – quota 60% scelta modello formativo
1 Giugno, 2023
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Si precisa che, all’incontro di restituzione finale convocato in presenza per Mercoledì 31 maggio 2023, dovranno essere presenti solamente i docenti neoassunti. Non sono convocati i docenti tutor.
31 Maggio, 2023
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Circolare n. 199 del 30/05/2023 – Oggetto: Modifica Calendario prove del Coro Polifonico – Saggio finale del Coro Polifonico e dei Gruppi Strumentali dei Plessi
30 Maggio, 2023
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Circolare n. 198 del 29/05/2023 – Oggetto: GUASTELLIADI 2023 All together – Fase di Plesso -logistica Centrale (Vedi Planimetria giochi)
29 Maggio, 2023
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* Spesso gli amici mi chiedono come faccio a far scuola. […]
Sbagliano la domanda, non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare scuola, ma solo di come bisogna essere per poter fare scuola.[…]
Bisogna avere le idee chiare in fatto di problemi sociali e politici. Non bisogna essere interclassisti ma schierati.
Bisogna ardere dell’ansia di elevare il povero ad un livello superiore.
Non dico a un livello pari dell’attuale classe dirigente. Ma superiore: più da uomo, più spirituale, più cristiano, più di tutto.
(da Esperienze pastorali)
“Don Lorenzo Milani è stato anzitutto un maestro. Un educatore. Guida per i giovani che sono cresciuti con lui nella scuola popolare di Calenzano prima, e di Barbiana poi”. Testimone coerente e scomodo per la comunità civile e per quella religiosa del suo tempo. Battistrada di una cultura che ha combattuto il privilegio e l’emarginazione, che ha inteso la conoscenza non soltanto come diritto di tutti ma anche come strumento per il pieno sviluppo della personalità umana. Essere stato un segno di contraddizione, anche urticante, significa che non è passato invano fra noi ma, al contrario, ha adempiuto alla funzione che più gli stava a cuore: fare crescere le persone, fare crescere il loro senso critico, dare davvero sbocco alle ansie che hanno accompagnato, dalla scelta repubblicana, la nuova Italia.
“Il motore primo delle sue idee di giustizia e uguaglianza era proprio la scuola. La scuola come leva per contrastare le povertà. Non a caso oggi si usa l’espressione “povertà educativa” per affermare i rischi derivanti da una scuola che non riuscisse a essere veicolo di formazione del cittadino. La scuola per conoscere. Per imparare, anzitutto, la lingua, per poter usare la parola. Il mondo – diceva don Milani – si divide in due categorie: non è che uno sia più intelligente e l’altro meno intelligente, uno ricco e l’altro meno ricco. Un uomo ha mille parole e un uomo ha cento parole”. Si parte con patrimoni diversi. Da questa ansia si coglie il suo grande rispetto per la cultura. La povertà nel linguaggio è veicolo di povertà completa, e genera ulteriori discriminazioni. La scuola, in un Paese democratico, non può non avere come sua prima finalità e orizzonte l’eliminazione di ogni discrimine“. E ancora: “Il merito non è l’amplificazione del vantaggio di chi già parte favorito. Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha, perché è giusto e per non far perdere all’Italia talenti preziosi se trovano la possibilità di esprimersi, come a tutti deve essere garantito”.
“I ragazzi di Don Milani non possedevano le parole. Per questo venivano esclusi. E se non le avessero conquistate, sarebbero rimasti esclusi per sempre. Guadagnare le parole voleva dire incamminarsi su una strada di liberazione. Ma chiamava anche a far crescere la propria coscienza di cittadino; sentirsi, allo stesso tempo, titolare di diritti e responsabile della comunità in cui si vive”.
Don Milani è stato “un grande italiano che, con la sua lezione, ha invitato all’esercizio di una responsabilità attiva. Il suo “I care” è divenuto un motto universale. Il motto di chi rifiuta l’egoismo e l’indifferenza. A quella espressione se ne accompagnava un’altra. Diceva: “Finché c’è fatica, c’è speranza”. La società, senza la fatica dell’impegno, non migliora. Impegno accompagnato dalla fiducia che illumina il cammino di chi vuole davvero costruire. E lui ha percorso un vero cammino di costruzione. Cercava di infondere la voglia di imparare, la disponibilità a lavorare insieme agli altri. Cercava di instaurare l’abitudine a osservare le cose del mondo con spirito critico. Senza sottrarsi mai al confronto, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno.
Insomma, invitava a saper discernere”.
( Sergio Mattarella, discorso nel Centenario della nascita di Don Milani)
27 Maggio, 2023
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Si comunica ai signori docenti che nelle cartelle Drive dei Consigli di Classe sono stati caricati i risultati INVALSI delle classi II
27 Maggio, 2023
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26 Maggio, 2023
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