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Scuola Cosmo Guastella

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Sei in > Home > Un ricordo di fratel Biagio. Testimone dell’Assoluto nella città degli uomini
“Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi …
In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Matteo 25,35-40)

Lo scorso 15 dicembre 2022, noi docenti Adriana Caleca, Gisella Comella, Maria Dioguardi, Irene Gentile, Paolo Riggi, Francesca Scimeca e Gisella Ventimiglia  e gli alunni delle Classi 1^C, 2^C, 1^F e 2^F, abbiamo visitato la Missione di Speranza e Carità, fondata da Biagio Conte, in Via Archirafi. Nell’occasione abbiamo offerto dei semplici doni, segni della nostra condivisione e solidarietà con i fratelli e le sorelle più poveri: dolci, confetture di arance preparate il giorno precedente a scuola, nella giornata del recupero pomeridiano e alimenti a lunga conservazione. Dopo la sosta alla Missione, abbiamo avuto la possibilità di visitare la “Cittadella del povero e della speranza”, in Via Decollati, una grande area già utilizzata dall’Aeronautica Militare, adesso riconvertita, dove sono ospitati gli immigrati ed i rifugiati. Inaspettatamente, un collaboratore volontario ci veniva incontro dicendoci di attendere perchè fratel Biagio voleva vederci. Aveva sentito dal suo alloggio le voci dei nostri ragazzi  ed aveva espresso il desiderio di dare loro un saluto. Nonostante fosse ormai molto malato, visibilmente prostrato e sofferente, ha voluto conoscere personalmente i ragazzi. Affacciandosi nella stanza in cui giaceva, i nostri alunni, uno ad uno, si affacciavano sulla soglia pronunciando il proprio nome e ricevevano da lui  apprezzamenti e commenti benevoli. Lo stesso faceva con noi docenti che entrati nella stanza, ricevevamo da lui una speciale benedizione e l’invito ad essere sempre dei buoni educatori in un mondo sempre più complesso e difficile. Di seguito fratel Biagio, quasi a volersi accommiatare dal mondo, ci offriva un breve pensiero, quasi un  testamento spirituale sul futuro, invitando tutti a volerci bene, a lavorare per la pace, a rispettarci, a considerare tutti gli uomini e le donne uguali, senza discriminazioni di genere, etnico, sociale, politico o religioso. Al termine, chiedendoci di salutare la DS, ci accompagnava con quello sguardo lucido ma penetrante ed al tempo stesso dolente mentre andavamo via.

Ci consideriamo profondamente onorati per questo incontro, forse fra gli ultimi della sua vita. Il suo impegno di solidarietà verso l’umanità fragile, gli ultimi e gli indifesi, lo porteremo sempre con noi.

Qui di seguito riportiamo un estratto dell’articolo del Giornale di Sicilia pubblicato sul web in data odierna.

Silenzio assordante e lacrime che non si fermano. È morto Biagio Conte. Fratello Biagio, così tutti lo chiamavano e così ancora continueranno a fare anche se non lo vedremo più camminare in strada con la sua croce e battersi per i più deboli ai quali ha dedicato tutta la sua vita. Li ha tolti dalla strada e ha dato loro una casa. Li ha abbracciati uno ad uno e ha fatto capire loro che erano preziosi agli occhi di Dio. Ha fatto vedere la luce dopo tanto buio restituendo loro la dignità di esseri umani. Nessuno potrà mai dimenticarlo.

Biagio Conte nasce a Palermo il 16 settembre 1963 da una famiglia benestante. A 16 anni abbandona la scuola media e inizia a lavorare nell’impresa edile della sua famiglia, ma una profonda crisi spirituale lo spinge ad allontanarsi dalla famiglia quando lui ha 20 anni. Va a stabilirsi a Firenze e nel maggio 1990 decide di vivere come eremita, ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano. Successivamente fa un viaggio a piedi verso la città di Assisi. Poi torna a Palermo per salutare i familiari, con l’intenzione di trasferirsi in Africa come missionario, lo stato di miseria in cui trova la sua città, però, lo induce a cambiare idea.

Inizialmente porta conforto ai senzatetto della stazione centrale di Palermo che vivono nei vagoni e agli angoli della città. Per loro si batte con proteste e digiuni e ottiene l’utilizzo di alcuni locali in via Archirafi, all’interno dei quali fonda nel 1993 la “Missione di speranza e carità”. La struttura nasce per coloro che la società emargina e lascia indietro chiamandoli barboni, alcolisti, vagabondi, stranieri. Biagio Conte li chiamava fratelli e sorelle. Il vecchio disinfettatoio comunale oggi è una casa che accoglie tante persone. Successivamente nasce in via Garibaldi la comunità femminile. Nel 2018, dopo la morte di alcuni senzatetto nelle strade di Palermo, in segno di protesta contro la povertà decide di dormire in strada, sotto i portici del palazzo delle Poste centrali, iniziando uno sciopero della fame che dura dieci giorni. La Regione decide di finanziare l’ampliamento della missione di via Decollati e nell’ex caserma aeronautica, chiusa da 40 anni, nasce “La cittadella del povero e della speranza”, una nuova struttura per accogliere i tanti profughi che arrivano da lontano e sbarcano sulle coste della Sicilia.

Il sorriso di Biagio Conte era contagioso, la sua luce abbagliante. Non si poteva rimanere indifferenti a quel carisma e a quello spirito che avvolgeva tutti. Ognuno aveva un compito alla Missione e nelle altre strutture. Ciascuno metteva a servizio degli altri le proprie capacità e chi per anni aveva vissuto in strada annientando la propria persona e dimenticando chi fosse e cosa sapesse fare, riscopriva di essere ancora un bravo falegname o muratore o elettricista. Altri cucinavano, guidavano il furgone o si occupavano del giardino.

Questo ha insegnato fratello Biagio a tutti, la dignità del lavoro, la bellezza della condivisione, la possibilità di riscatto e l’importanza della speranza.

12 Gennaio, 2023

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